136 non rimerita di gratitudine i suoi veri benefattori. Di ciò profittando i Fiorentini sdegnati contro Guinigi che nella passata guerra avea favorito il duca di Milano, mandarono Ni-fcolò Fortebraccio a devastare il territorio lucchese (1), al che gli abitanti, non facendo assegnamento alcuno sulla potenza del loro signore, spiegarono da varie torri e in varii luoghi la bandiera di Firenze e si arresero. Incoraggiati da tanta viltà i Fiorentini dichiaravano apertamente la guerra al signore di Lucca il 14 dicembre 1429. La vittoria arrise dapprincipio ai capitani di Firenze, ma 1' abuso eh’ essi ne fecero, poco tardò a sollevar contro loro gli animi ed a far concorrere le genti alla difesa della capitale. Sopravvennero intanto le pioggie invernali, e le truppe fiorentine presero quartiere a Cappannola a tre miglia dalla città eh’ ebbe così tempo di fortificarsi. Filippo Bru-nelleschi, il famoso architetto, che trovavasi all’ esercito, tentò di volgere il corso del Serchio per far sì che l’impeto delle sue acque abbattesse le mura nemiche ; ma compito era quasi il lavoro, quando i Lucchesi demolirono di notte tempo 1’ argine da lui alzato, e le acque inondarono per modo tutto il piano all’ intorno, che fu uopo ai Fiorentini di ritirarsi. In pari tempo facevano i Lucchesi tratto tratto vigorose sortite, invocavano gli aiuti de’ Senesi, che gelosi della crescente potenza di Firenze, mandarono Antonio Pe-trucci con buona mano di soldatesca ; si volgevano ai Ve-neziani offrendosi perfino (2) di rimettersi intieramente nelle loro mani ; ma la Repubblica, alla quale appunto era venuto ambasciatore Lorenzo de Medici, sponendo i motivi della guerra della sua patria contro Lucca, rispose che (1) Gregorio de Rigis mandato dal signore di Luoca ad informare ì Veneziani delle violenze dei Fiorentini. Secreta XI, 56. (2) 23 genn. 1430 Secr. XI.