217 opinioni dell’ Aitandolo, dei Provveditori veneziani e degli altri capitani non potevano accordarsi sulla convenienza di dare la battaglia, avvenne che uno dei capitani, Tiberto Brandolino, rinvenisse un calle, pel quale divisava portarsi ad. assaltare gli accampamenti dello Sforza e giungere ai suoi padiglioni senza aver mestieri di superare i trinceramenti. Ma egli non avea notato un fosso nascosto sotto i virgulti, che tagliava la spianata e difendendo il campo, chiudeva gli assalitori in un angusto spazio, circondato per ogni lato dai nemici, mentre sul fosso era pure un ponte chiuso da un cancello o saracinesca e in un canto altro ponte levatoio. La descrizione però fatta dal Brandolino del cammino da lui scoperto portò 1’ effetto d’indurre l’Attendolo ad abbracciare decisamente il partito di dar la battaglia. Lasciato Bartolomeo Coleoni, che era entrato al servigio dei Veneziani, alla difesa del campo e a tenere a bada con piccole avvisaglie il nemico, si avviò il 15 settembre in sul mezzo giorno, mentre stimava le genti dello Sforza distratte per esser 1’ ora del desinare, verso il campo di Mozzanica. Ma lo Sforza, che aveane già avuto avviso, accorse alla difesa ; a principio, finche ebbe raccolte le truppe gravemente armate, ebbe qualche perdita, ma poi fatto abbassare il ponte levatoio per dare il passo alla sua cavalleria, aperta la saracinesca e irrompendo col resto delle sue truppe, i Veneziani trovandosi assaliti da tutte le parti, si sgominarono ; i corazzieri gettavano le armi e fuggivansi a.1 bosco, ma più non trovando il breve sentiero per cui erano entrati, cadevano nel pantano e venivano fatti prigioni, onde grandissimo fu il numero di questi, e tra essi i provveditori Gherardo Dandolo e Almorò Donato colla loro cancelleria ; poco fu il numero dei morti. Lo Sforza senz’ arrestarsi si volse ad assalire il Coleoni, ne sforzò le trincee, lo sbaragliò siffattamente che solo con pochi potè salvarsi a Ber-Vol. IV. 29