99 vano quanto potevano. L’ assalto fu respinto, e il sultano, avvisato della sollevazione d’un suo fratello, si decise a levare l’assedio. Ma il fatto era stato tale da spargere giusto spavento tra i G-reci. L’imperatore Giovanni, esausto di forze e di danari, si vide costretto a contrarre un prestito di millecinquecento ducati coi Veneziani (1), i quali aveano l’anno innanzi rinnovato per altri cinque anni le solite tregue (2). Facendo le armi turche tuttavia progresso nel Peloponneso e nell' Albania, gli abitanti di Salonicchi (3) mandarono offerendo la loro città ai Veneziani, i quali vi spedirono due proveditori Sante Venier e Nicolò Zorzi, al-1’ arrivo de’ quali il despota Andronico, fratello dell’ imperatore, altro non potè fare che partirsene (4). Ma Murad mosso a sdegno di vedersi fuggire quella proda di mano, escluse la Repubblica dalla pace conchiusa colle potenze cristiane (5), fece arrestare l’ambasciatore Nicolò Zorzi mandato per tentare un accomodamento, e già le cose piegavano a guerra, la quale per allora sospesa a causa della spedizione di Murad in Asia, scoppiò solo alcuni anni più tardi. Intanto Pietro Loredano veniva mandato come capitano generale dell’ armata a tutelare quei mari, e riuscì a Fantin Michiel di concludere il 20 aprile 1426 un trattato con Calbei in virtù del quale la città di Salonicchi e le pertinenze sue cedevansi al duca e ai rettori veneziani ; percepirebbe però il sultano dalle rendite di quella terra diecimila aspri 1’ anno e 1’ utilità del sale come a’ tempi del despota, un turco sarebbe deputato ad amministrare la giustizia a’ Turchi ma solo in cose di danaro, potendo essi però rivolgersi anche a’rettori; gli af- (1) Comm. XI, anno 1424, p. 92. (2) Commem. XI, ult. sett. 1423, p. 134. (3) Secreta. Vili, 111, e noa già il Paleologo ! (4) Ham. I, 431. (5) Ducas, nei Bizantini XXIX, p. 110.