274 gentili e in bellissime armonie imitative. Simile alle opere dei grandi maestri, e frutto della profonda meditazione, tanto maggiori se ne rilevano i pregi quanto piti la sua musica è udita. .A queste bellezze del genere, noteremo come particolari di questo spartito le belle armonie e melodie nei pieni canti dei cori dell’introduzione e del second’atto, l’aria della Pasta, il terzetto del prim’ atto, l’inimitabil duetto finale, e tutto il detto finale medesimo. E fisso ancora nella memoria dei molti il magico potere di quel Restarmi io (leggio Eternamente cpd dei Caputeli e Montecchi : di simili pensieri, di simili imitative armonie è tutto pieno lo spartito. A questa maniera di pregi appartiene quel bellissimo Tremi tu ? per chi ? nel prefato terzetto, il Non più ti rivedrò, quell’ Indegno, è tardi nel duetto finale, e la cara insistenza di quell’ oboe che s’ accompagna alla voce della donna colà nella preghiera, e quel subito rivolgimento di suoni, quando nel sen della misera al dolore succede la consolazion del perdono. Per la stessa ragione chi non sente agitarsi il cuore a quel-1’ incalzo, per cosi esprimerci, di suono, con cui si chiama all’ armi le Gallie, nell' inno guerriero? J\on possiamo per altro nascondere che tutti i luoghi non corrispondono ai sopraccitati, e che due duetti, uno nel primo e 1’ altro nel se-