160 prendevasi il 23 aprile con tutto l’ardore. Testimoni e scritture (1) attestavano la reità del Conte, e proposto quindi il procedere fu questo accettato con 26 voti affermativi, 1 negativo, 9 non sinceri ; tant’ era generale la convinzione della sua reità. Proposta quindi la condanna nei seguenti termini : « Che codesto conte Francesco Carmagnola pubblico traditore del nostro dominio sia condotto con una spranga in bocca e colle mani legate dietro alle reni, secondo il solito (2) oggi dopo nona, ora consueta, fra le due colonne della piazza di s. Marco, nel solito luogo della giustizia, e colà siagli troncato il capo dalle spalle, sicché muoia. E stanziato il presente partito, subito tre del Collegio, cioè un capo del Consiglio, un inquisitore ed un avogadore, vadano ad intimare al Conte la sentenza ». « La moglie del Conte abbia, sua vita durante, il prò’ di ducati diecimila d’imprestiti, abitando nella nostra città di Treviso; allontanandosene perda il suddetto benefizio». « Le due figlie del Conte non maritate abbiano di dote cinquemila ducati d’ oro dal patrimonio del loro padre, la qual somma sia fin d’ora depositata nella nostra camera de-gl’imprestiti, passandone intanto ad esse di tempo in tempo gl’ interessi pel loro vitto e vestito, finché si maritino ed abitino ne’ luoghi nostri. Morendo non maritate, potrà ciascuna disporre fino ai ducati mille, ma se saranno maritate potranno disporre di tutta la somma. Non possano però maritarsi senza la licenza della maggior parte del Consiglio dei Dieci. Tutto il resto della facoltà del colite sia confiscato (1) Sicut per testificationes et scripturas lectas in isto Consilio liquide constat. Misti Cons. X, 5 mag. 1432. (2) Quod iste com.es Franciscus Car mignola publicus proditor nostri dominii hodie post nonam hora consueta cum una sparangha in bucha et cum manibus ligatis de retro juxta sulitum, ducatur ecc.