440 regno di Cipro, fu stimalo opportuno trasferirla nel monastero del Corpus Domini, raccomandandola specialmente alla vigilanza di quell’ abbadessa. Nè perciò ebbero fine da una parte i tentativi di sottrarre i fanciulli al potere della Repubblica, dall’ altra i sospetti e timori di questa, che non credendoli ornai più sicuri a Venezia, li fece trasportare nel castello di Padova, ove poco stette la Zarla ad infermare, ed il 23 luglio 1480 scriveva Francesco Sa-nudo capitano di Padova al doge, avere già mandato per l’addietro notizia dell’ infermità della giovane, malata a quanto pareva di peste, ora per notizia del Castellano esser ella morta, anzi la Maria sua ava avere richiesto danari e le cere necessarie per la sua sepoltura ; dice temere pei pliti, sebbene abbia dato ordine che fossero tenuti separati, e farebbe ogni più opportuno provvedimento non li traendo però di castello ; si lagna delle rare risposte alle sue lettere ecc. (1). E già il dì seguente il Consiglio de’ Dieci ignorando ancora, a quanto pare, la fine della principessa, scriveva al Castellano che per gli avvisi avuti da Nicolò Goro custode de’ fanciulli, trovandosi la Zarla infetta di morbo dovesse separameli e porli in altro luogo per la loro salvezza e per onore del veneto dominio, che se poi la giovinetta venisse a morire, le si facessero condegni funerali. Fu sospettato che il Consiglio de’ Dieci avesse avuto mano segreta nella fine di quella infelice principessa, noi noi vorremmo nè affermare nè negare, poiché ci mancano i. mezzi di provare così 1’ una cosa come 1’ altra. Però osserveremo che non bisogna lasciarsi andare così di leggieri all’ antico vezzo di vedere in ogni morte opportuna di qualche importante personaggio i veleni e gli stiletti, e se è ve- (1) Itinerario di M. Sanudo pubbl. da Bawdon Brown nota 14 p. XIII, e Cons. X, 24 lug. 148'J.