■4 414 continuare nei sacri uffizi come prima. Dichiarò quindi la Signoria appellarsi ad un futuro concilio, nominò cinque dotti nelle leggi canòniche e prelati ad esaminare la questione, che furono M. Antonio Saraco arcivescovo di Corinto, Nicolò Franco vescovo di Parenzo, Pietro da Monte vescovo di Croja, Leone Garaton vescovo di Sitia e Francesco Contarini vescovo di Negroponte (1) con altri nobili e consultori, i quali tutti approvarono 1’ appellazione e una copia ne fu mandata per corriere a Roma ad affiggerla alla porta della chiesa di s. Celso ; furono spediti ambasciatori all’imperatore, al re di Francia, a quello d’Inghilterra, al duca di Borgogna, al duca d’Austria per esporre le ragioni e giustificare la condotta della Repubblica nell’ origine e nel decorso della guerra (2). In questo frattempo erasi continuato a maneggiare le armi con vigore, ma con varia fortuna : le galee inviate da re Ferdinando erano state sconfitte sotto Curzola da Giorgio Yiaro (agosto 1843) conte dell’ isola (3) ; il Sanse-verino, -corso fin sotto le mura di Milano, vi avea fatto gridare il nome della duchessa e di Gian Galeazzo suo figlio, ma invano ; Alfonso dal canto suo penetrava nel Bergamasco, nel Bresciano e fino nel Veronese. Ma sul mare, Domenico Malipiero, l’autore della cronaca, capitano di nave, trovandosi nelle vicinanze della Puglia, e informatosi della condizione di Gallipoli, propose al capitano generale Giacomo Marcello d’impadronirsene, e quattordici galee e cinque navi furono a quell’ impresa destinate. Sbarcate alcune (1) Malipiero 282, 9 Lug. Secr. XXXI, pag. 41. (2) Al re di Francia che esortava alla pace si spongono special-mente i motivi di lagnanza contro il papa p. 58. (3) Tutto ciò nel 1483 onde va rettificata l’edizione del Malipiero ne\V Archivio Storico che mette questi avvenimenti ancora nel 1482, derivando l’errore dalla data della lettera giustificatoria de’ Veneziani gennaio 1482, che è M. V., cioè 1483.