359 pervenuta a cognizione del Senato, che scrisse al re Giacomo (1) molto già essersi rallegrato della determinazione da lui presa di sposare Caterina Cornaro, averne approvato il contratto, essersi celebrati gli sponsali in suo nome dal-1’ ambasciatore col porgere alla sposa 1’ anello nuziale ricevuto dalle mani del doge : or vociferarsi fatto incredibile, quasi voless’ egli ritirarsene, non potervi prestar credenza, tuttavia ad ogni modo esortarlo a mantenersi fedele ai contratti impegni. E commetteva all’ oratore Domenico Grade-nigo presentassesi al re e gli ricordasse essere contro la legge divina, contro la sua dignità e della Repubblica e con vergogna della sposa, ogni sua perplessità ; prenderne argomento la maldicenza, a far tacere la quale sollecitasse di mandar a levare la sua sposa (2), mentre a guarentirgli il regno da qualunque attacco, la Repubblica prendeva l’isola sotto alla sua protezione (3). Accomodata quindi ogni differenza, venivano il 14 luglio 1472 gli ambasciatori di Cipro a levare la principessa dichiarata a dimostrazione d’affetto, figlia della Repubblica, e le si decretava pomposo accompagnamento di quattro galee sotto il capitano Girolamo Diedo, dandole al fianco il nobile Andrea Bragadino (4) e studiandosi per ogni possibil modo di onorarla (5). Arrivava la Caterina in Cipro festeggiata ; già il suo cuore si apriva alla gioia, la nuova grandezza poteva tenerle luogo di patria, di parenti, di amici, ma fu gioia naturale promessa o maritata al gentiluomo Sor de Naves di origine siciliana. La causa dei disgusti del re con Andrea Cornaro è ignota. (1) 18 Mag. 1469. Secr. XXIV, 15. (2) 20 Lug. 1469. (3) Comm. XV, 125. (4) Senato Mar. 13 ag. 1472, p. 142 t. (5) Ib. 31 lug. p. 141 t.° le si assegnano per questo viaggio ducati seicento poiché non solum ad dignitatem et gloriarti n~ri domimi pertinet ut una nobilis civis n~~ra sit regina Cipri, sed ad comodum etiam et non mediocrem utìlitatem oh negotia n~ra Orientis.