365 * V e benché nuova lega si effettuasse il 15 giugno 1472 a Peronne con Carlo di Borgogna e suoi aderenti (1), tuttavia poco o nulla facevasi e i Turchi nell’autunno di quello stesso anno erano penetrati fino al Lisonzo e già cominciavano a passarlo, quando trovaronsi di fronte le truppe veneziane che gagliardamente li respinsero (2). Ritiratisi, si diffusero per la Carnia, i cui abitanti si rifuggivano nelle città murate, e i Turchi penetrati per di là nel Friuli, vi apportarono la desolazione fino a Udine, ove le donno e i fanciulli si riducevauo tra gemiti e singulti nelle chiese, e il popolo raccoglievasi in piazza a trattare dei modi della difesa, quando il feroce nemico, fatta buona preda di animali e temendo di esser raggiunto dalla gente d’arme, che la Repubblica mandava sotto il comando del proveditore Marin Leoni (3), precipitosamente si ritirò. I Turchi erano sì vicini, e nessun grande armamento tuttavia facevasi in Europa, anzi Mattia re d’Ungheria, preferiva mandare a Costantinopoli due ambasciatori ad avviare pratiche di pace (4) e Federico imperatore per segreti maneggi di Galeazzo duca di Milano e dei Fiorentini gelosi dell’ alleanza della Repubblica con Usunhasan, si adoperava non ad aiutar questa, ma a divertirle anzi ogni soccorso (5). Laonde altro non le rimaneva che stringersi sempre più al re di Persia al quale Giosafatte Barbaro (6) portava le assicurazioni dell’invio delle munizioni di cui abbisognava e che la Repubblica non verrebbe mai a pace col Turco se non (1) Notatorio del Collegio p. 130. (1) Malipiero p. 77. (3) Secr. XXV, 16 ott. 1472, p. 159 t. Questa incursione manca in Hammer. (4) Malip., p. 87 anno 1473. (5) Ib. (6) Vedi lettera di questo e Sommario del viaggio dell’ambasciatore Contarmi in Satin do ms. p. 12 a 23 e Secr. XXV, 28 gen. 1473, p. 173.