287 de’ Dieci il 21 fu disputata la cosa segretissimamente, esclusi Leonardo e Davide Contarmi come parenti della famiglia Foscari. Vogliono alcuni che a principio taluno proponesse 1’ elezione d’ un vice doge (lasciando il doge nella sua dignità colle provisioni, regalie e quante altre rendite era solito avere) a tenore della facoltà espressa nella Promissione ; ma riferendosi quella soltanto ad un’evenienza momentanea, non fu vinto il partito, adducendosi l’impossibilità del doge non essere temporanea ma duratura (1). Allora i capi presentarono la loro proposizione nei seguenti termini : « Nessuno è, che non intenda benissimo quanto sia utile e necessaria al nostro Stato la presenza del principe, senza la quale, come manifestamente risulta dagli stessi effetti, altro non può derivare che inconvenienti e danni. Questo Stato, che per l’infinita clemenza del nostro Creatore, ci fu lasciato dai nostri maggiori bellissimo ed in retaggio, lo dobbiamo conservare con tutte le nostre forze, e ci deve essere più caro della vita ; e quantunque questa città sia fondata sopra leggi ed ordini santi, poco ciò è o sopra 29 de’ principali nobili che votarono per la deposizione contro 3 soli negativi e 6 non sinceri. Quorum (scriptorum) plures unicam depositioiiis causam afferunt efjòectam, dice il Corner, Prìncipis se-nectutem, rebusque pvblicis agendis prorsus imparenti. Zorzi Dolfin dice che la proposta della destituzione fu fatta da Girolamo Barba-rigo, capo di settimana. (1) Cap. 55. Si (diquid impedimentum habuerimus, ad tempus, vel propter infirmitatem ad tempus vel propter absentiam, vel propter alias quascumque causas ad tempus propter quod non possimus regimen ducatus Venetiarum exercere in ducali palatio, unus ex consi-liariis nostris, quern ipsi consiliarii elegerint et nominaverint per ma-jorem partern eorum, ipsum regimen facere debcat, vice nostra, donec regimen potcrimus excercere. Se poi i sei consiglieri del doge e la maggioranza del M. C. si univano nel domandarne la deposizione, >1 doge dovea obbedire e rinunziare. L’aver ciò fatto il Consiglio de’ Dieci, fu una di quelle usurpazioni di potere che altre volte ancora si permise anche in faccende politiche esterne, quando gli altri Consigli eran deboli, e più volte fu richiamato all’ordine.