430 era quasi distrutto, e gli avanzi veneziani si ritirarono a Roveredo, conservando inoltre ancora il castello di Narni. Altra gente accorreva a proteggere il Feltrino e il Bellunese minacciato (1). Laonde il desiderio di pace sorgeva vivissimo da tutte le parti e già prima della battaglia di Calliano s’erano avviate alcune trattative (2), e fino dal 10 luglio scorgesi che il vesco d’ Osimo vicario del papa maneggiavasi presso al duca per un componimento (3). Dall’altro canto scriveva lo stesso imperatore Federico il 15 agosto agli Stati (4) incolpando i ministri d’ aver tratto Sigismondo in quella guerra senza bisogno e ragione, e gli Stati disapprovando altamente la condotta di quell’arciduca e 1’ arresto special-mente dei mercanti, deplorando il disonore che da tal fatto sarebbe venuto alla nazione e il danno del commercio esortavano vivamente alla pace a cui dava opera anche il re dei Romani Massimiliano. Venivano quindi Andrea Schemi-dek, Antonio de Cavalli e Giovanni Gilli quali messi di Sigismondo a Venezia (5) proponendo dimenticanza alle passate ingiurie, liberazione de’ prigionieri, ambedue le parti scio-gliessero gli eserciti ; liberi il passaggio, la dimora, il commercio ; si restituirebbero gli oggetti tolti a Bolzano in quanto si rinvenissero, dando giusto compenso per gli altri, restituirebbonsi egualmente alla Repubblica le miniere tolte in Primiero e altrove nella dizione arciducale insieme coi frutti ch’erano stati ritratti, pagandosi però quanto di consueto agli operai od alla camera del principe, e facendosi lo stesso da parte della Repubblica per le terre acquistate, (1) Secr. 98, 100. (2) Sec?\ 28 giugno. Primisser si mostra incerto se prima o dopo della battaglia. (3) Secr\ pag. 93. (4) Primisser nei Docum. (5) 27 Settembre 1487 Secr. 107, ignorato dal Primisser.