80 gheria, appariva ancor minaccioso. Tuttavia non fece cosa di momento, e i Veneziani continuando il corso delle loro vittorie, vennero in possesso di Cividale, che volontariamente trattò (1) e promise d’ esser nemica di Sigismondo e di qualunque calasse dalle parti superiori, di aiutar la Repubblica e restituire i beni al Savorgnano (2) ; ebbero Prata, Portogruaro ed altri luoghi, nel tempo stesso che Filippo d’Arcelli batteva le truppe di Sigismondo e otteneva la dedizione di Belluno (3) e di Feltro (4). Udine si trovò stretta d’ assedio, e per sottrarsi alle sue angustie deliberò la resa non ostante le rimostranze del Patriarca, il quale per non venir nelle mani de’ Veneziani, si partì andando a cercarsi ricovero presso i conti Enrico e Giovanni Mainardo di Gorizia. Gli Udinesi inviarono quindi loro deputati al campo (B), diedero ostaggi, domandarono un salvocondotto pei loro ambasciatori che avrebbero inviati a Venezia e aprirono le porte alle truppe veneziane che vi tennero il loro ingresso il J.9 di giugno 1420. Prométteva la Repubblica che tratterebbe bene i suoi cittadini ; a mostrare la sua benevolenza verso la Patria, come la chiamavano, del Friuli manderebbe apposito magistrato col titolo di Luogo-tenente, confermerebbe gli statuti (6), solo coll’appellazione (1) Patto con Cividale 10 luglio, p. 90. (2) 25 maggio 1420, p. 153, ove sono i suoi capitoli e così quelli di s. Vito. (3) 19 apr. 1420, p. 147. (4) 9 maggio. Nello stesso libro Secreta si leggono i capitoli di resa di tutte le città del Friuli. (5) Secreta Senato, 30 maggio p. 154. (6) Le Comtitutiones patriae Fa/rijulii con cui il Luogotenente Marin Dandolo conferma e in parte riforma gli Statuti della Provìncia trattano solo delle leggi civili e religiose. Di quest’ultime noteremo la vigilanza ad impedire 1’ introduzione della eresia ; tra le prime il solito procedimento per la giustizia pei poveri, colla nomina d’ un procuratore, d’ un notaio e d’un precone i quali avessero ad attendere allo spaccio delle loro cause in via sommaria, semplice-mente e con bando d’ogni cavillo, perfino nei giorni di ferieeccetto