329 che a nuocervi, e se avesse tanta possanza quanta ha mala volontà, non vi lascerebbe comparire al mondo. Io ho continuamente uno de’ suoi che mi sollecita a rompervi guerra, e non è un’ ora che Giorgio Damon suo ambasciatore mi era all’ orecchie, e vedendo che per gli stimoli che mi danno e per le offerte fattemi io non mi muovo, credono eh’ io abbia qualche secreta intelligenza con voi. Fiorentini e Genovesi quanto vi sieno amici lo intendete : così sono tutte le altre conranità d’Italia. Voi gettate i vostri danari e ne avete riportato e ne riportate tuttavia grande infamia, perchè si dice che volete divorare ognuno, come la vostra usanza. Adesso avete tanta spesa che non vi avanza danari. So in che modo riscuotete le vostre decime, con quanta fatica e stento per i gridori di tutta la città. So che vi avete fatto prestar danari dai banchi e dai vostri cittadini e che non li avete ancora soddisfatti. (E tutto ciò diceva, osserva il Gonnella nel suo dispaccio, parlando come se fosse stato a Venezia presente a tutte le cose). Tutto procede dal non fidarsi di me, o dal volermi togliere il mio. I Signori hanno un grande avantaggio sulle Signorie, perchè a queste convien fidarsi di altri, mentre quelli son di continuo sul fatto. Val più e fa più un signore con cinquantamila ducati, che una signoria con centomila, perchè un signore vede ciò che fanno i suoi soldati, e i soldati fanno tutto quel che possono, presenti i loro signori ; e insomma (disse) io era un bufalo nelle cose di guerra e voi mi avete fatto un merlino (uccello) contro mio volere, perchè io inclinava più alla quiete che a questo mestiere. Ma vi prometto per 1’ ostia che si ha da consacrare, che mai non, vi farò novità alcuna, se non mi darete causa, e avanti che vi faccia guerra, ve ne farò motto. Voi siete in libertà d’aver pace o guerra ; se vorrete pace, l’avrete ; se vorrete guerra, avrete la più pericolosa che abbiate avuto a’ vostri di. Siete Yol. IV. 43