117 in suo nome il cardinale di Santa Croce. Arrivato a Venezia, il Senato gli fe’ conoscere con sua deliberazione ‘26 settembre come fosse stato sempre suo desiderio di conservare la pace, e che accettava di buon grado la sua mediazione (1). Concedeva in conseguenza il 24 ottobre un salvocondotto a fra Filippo da Pucinis, a Franchino da Castiglione dottore in ambe le leggi, e a Giovanni de Corvinis d’ Arezzo delegati del duca di Milano perchè liberamente e securamente potessero venire a trattare (2). Tornato il 12 novembre il cardinale dalla sua missione a Milano, vennero nominati un consigliere del doge, un savio del Consiglio ed uno di terraferma ad assistere alle conferenze, le quali dopo molte difficoltà condussero alla pace che fu stabilita il 30 dicembre di quell’ anno 1426 (3) a Venezia nel monastero di s. Giorgio Maggiore essendo incaricati plenipotenziarii Fantino Dandolo dottore d’ ambe le leggi, Paolo Correr e Tommaso Michiel per la Repubblica, Rinaldo di Maso degli Al-bizzi cavaliere e Marcello Strozzi dottore per Firenze, fra Filippo da Pucinis, Franchino di Castiglione, e Giovanni de Corvinis d’ Arezzo consiglieri e dottori per Milano, Enrico di Columberto signore di Vufflens e Pietro Marchiai) di dott. per Savoja. Stabilivasi che verrebbero restituite ai Fiorentini e al duca di Savoja le loro terre ; Brescia con tutto il suo territorio e dipendenze, giurisdizioni ecc. sarebbe dal duca ceduta alla Repubblica ; i Malatesta sarebbero sciolti da ogni obbligo assunto verso il duca di Milano ; il castello dell’ isola de’ Doaresi sarebbe restituito al 1 « signore di Mantova, il quale del pari che Luigi dal Verme e i figli di Filippo d’Arcelli riavrebbero le loro possessioni ; i sudditi di ambedue le parti conserverebbero i loro beni '1) Secr. IX. (2) Ibid. 178. (3) Il Sismondi erroneamente la dice conclusa a Ferrara.