398 il Senato, sponendo nuovamente la necessità a cui erasi veduta ridotta la Repubblica, dopo ben sedici anni di guerra sostenuta da sè sola, senz’altrui soccorsi o sussidii (1), di venire col Turco alla pace, per conservare il resto dello Stato, perduti già Negroponte e Scutari ; che ora una sola dimostrazione ostile le tornerebbe immediatamente dannosissima, essendo confinante per sì lungo tratto di terra con esso Turco, mentre gli altri se ne stanno al sicuro ; quanto a sè non volersi di nuovo mettere in tanto imbarazzo, tante spese, tanti danni ; in generale meglio di tutto essere, a parer suo, la pace. Non perciò desisteva 1’ oratore dei re di Castiglia di rinnovare i suoi eccitamenti e il Senato ripetendo le ragioni che indotto 1’ aveano alla pace col Turco, protestava avere questa avuto il solo scopo di far cessare le scambievoli offese, non già di offendere per modo alcuno re Ferdinando, nè altri, ma solamente per salvezza propria e della Cristianità, che, oppressi i Veneziani, pericolava; per la qual fine avea la Repubblica mantenuta sempre grossa armata mentre ardeva la guerra in Toscana ; sollecitata a promuovere novità nel reame, essersi sempre rifiutata ; aver bensì assoldato il duca di Lorena che avea offerti i propri servigi, ma solo per valersene a propria difesa e sicurtà (2); nessuna intelligenza tenere col re di Francia, nè aver que-al commercio de’ Veneziaui in Ispagna e Portogallo e una bella lettera di Ferdinando di Castiglia 22 Luglio 1478, pag. 134. (1) «Et perchè nui possiamo dire essere venuti a questa pace necessariamente impulsi dapoi sostenuta la guerra molti anni sono s^pza suffragio de alcuno e da poi perduto Negroponte e Scutari e altri gravissimi danni per conservar el resto del stado nostro e non senza caxon dubitar che abandonando la pase et entrando in guerra possamo esser derelitti e lassati soli come eravamo prima » 7 Mag. 1481, pag. 13. (2) 18 Giugno 1481 Secreta Agli ambasciatori di Renieri che pregava la R. P. volesse impetrargli dal Papa l’investitura del Regno, avea essa risposto: quando da l’un canto i Turchi siano del Regno lacerando e dissipando quello et nui da l’altro in quel medesimo tempo facciamo dimostrazione di desiderar e cercar nova turbatione et dissentione in quello, saria questo a nui de grande infamia et non senza pericolo. 1 sett. 1480 Secrp. 129.