165 pace avesse ad essere fra le parti belligeranti e loro aderenti e collegati. Bergamo e il suo territorio fossero della Repubblica ; il duca restituirebbe le terre tolte al marchese di Monferrato e si adoprerebbe ad ottenere che anche il duca di Savoja facesse altrettanto; Orlando Palìavicini resterebbe ligio al duca e non alla lega e sarebbe assolto di tutti i danni recati ai Veneziani durante la guerra. Sarebbe restituita a Firenze tutta la contea di Pisa eccetto Pontre-moli e le sue adiacenze che resterebbero al duca, il quale si sarebbe ritirato da tutte le altre terre da lui occupate in Toscana. Succederebbe scambievole restituzione di territorii tra Siena e Firenze, e tra questa e Lucca, la quale sarebbe compresa nella pace e resterebbe nella sua libertà. Il duca non s’impaccerebbe sotto nessun pretesto delle cose di Toscana e ne ritirerebbe le sue truppe, come Firenze non s'impaccerebbe delle cose di Lombardia e di Genova. Resterebbero liberi il signor di Piombino ed il conte Tommaso di Campofregoso. Sarebbe concessa un’ amnistia generale agli abitanti, libererebbonsi i prigionieri, cesserebbe ogni ostilità e vessazione o molestia. Insorgendo dubbii circa al presente trattato, sarebbero rimessi nella decisione degli arbitri mediatori (1). Liberavansi dunque in esecuzione al trattato i prigionieri, ma il duca di Milano con insigne slealtà riteneva tuttavia nei così detti Forni di Monza il veneziano Giorgio Corner preso dal Piccinino in un fatto d’arme di Valtellina; e alle reiterate ambasciate per la Sua liberazione rispondeva esser morto (2). Il fatto si è che egli colle pivi orrende torture voleva strappargli di bocca parecchie rivelazioni, e specialmente quali fossero stati gli accusatori del Carmagnola. L’ interesse eh’ egli ora mostrava per questo gè- (1) Comniem. XII, pag. 112. (2) Secreta XII, 16 Giugno pag. 181 e 12 luglio p. 188.