460 propinque per quànto dicono. Questa entrò la sera di s. Zuane. Io m’attrovava dal Serenissimo re il qual mi chiamò e dissemi che mi congratulassi che le sue navi d’ìndia erano giunte cariche di specie e così me ne allegrai con li debiti modi. Fece far festa quella sera in palazzo e letizia di campane per tutta la cittade. Il seguente giorno fece fare solenne processione per tutta la terra. Di poi iterum attrovandomi con la Sua Maestà ritornò alle sue navi e dissemi che dovessi scriver alla Signoria Vostra che la mandi da mo avanti le sue galie a levar specie di qui che li faria buona ciera e potriano giudicar esser in casa sua e prohi-beria al soldano non andassero specie. E vuol mettere a questo viaggio nave quaranta, delle quali alcune vadano et altre ritornino. Demum tiene aver l’Indie a suo comando. Questa nave che è entrata è di Gio. Tholomeo fiorentin insieme col carico che è piper (pepe) cantera trecento, in circa, cannella cantera centoventi, Lucha (zuccaro) ? cantera cinquanta in sessanta .... cantera quindici ; garofoli non hanno caricato, non ne erano, ma ne nascono a Colicut. Specie minute non ne sono di niuna sorte. Dicono aver perdute assai gioie in quel rumore di Colicut. Non pretermetterò etiam questo esser venuto di qui ambasciatori d’esso re d’ Ethiopia, chiamato re d’Ubetiam. Quelli mandò presenti a questo, re di schiavi e denti di avolio, benché simil cose sono di qui già assai tempo. Appresso di quelle navi etiam piper, ma non è compito come 1’ altro ». Questa lettera è accompagnata dal Priuli dalle seguenti riflessioni che stimo bene lasciare nella loro forma originale, perchè rappresenta al vivo i pensieri de’Veneziani sul grande avvenimento. « Al giungere di questa nuova a Venezia, tutta la città se ne risentì grandemente e rimase stupefatta e i più sapienti la tennero per la peggior nuova che giunger potesse