245 fratelli Costantino e Demetrio, e a comporre le dissensioni fu chiamato arbitro lo stesso solfano Mnrad. Decise questi in favore del pi-imo, e così Costantino XI, ultimo imperatore di Costantinopoli, portante lo stesso nome del fondatore, saliva sul trono per favore di quel sultano, il cui figlio, tre soli anni dopo, dovea rovesciarlo e dar fine all’impero. E codesto figlio era il famoso Mohammed II, succeduto nel 1451 a Murad, morto improvvisamente in un’isola del lago di Adrianopoli in mezzo a festoso banchetto (1). Mostravasi dapprincipio inclinato alla pace, rinnovando i trattati colla Servia, con Costantinopoli, con Ragusa, colla Valacchia, con Genova, Rodi, Ungheria, col principe di Ca-ramano e con Venezia (2), per la quale fu maneggiata da Lorenzo Moro, confermandovisi intieramente il precedente trattato con suo padre Murad. Ma in cuor suo meditava Mohammed la conquista di Costantinopoli e quando gli parve giunto il momento, cominciò dal fabbricare un castello sulla costa europea del Bosforo. Grande spavento n’ ebbe Costantino, che fece rimostranze, supplicò, ma tutto invano. Alla costruzione del castello tennero dietro correrie turche sul territorio, guasto dei campi, piccoli scontri, coi quali ebbe principio l’ultima guerra bizantina nel luglio del 1452. Già avea 1’ imperatore mandato suoi oratori a invocare i soccorsi dell’ Occidente, e specialmente della Repubblica (3) la quale rispose il 14 febbraio 1452 (4) molto lo- (1) Rammer IV, 473. (2) Manca in Hammer. Comm. XIV, 10 sett. 1451, p. 92. (3) Le esigenze di questa in Costantinopoli crescevano in proporzione alla debolezza dell’ impero, onde fino dal 23 ottobre 1451 l’imperatore aveale dovuto scrivere un’ umile lettera annuendo a tutte le sue domande ; come di abolire la tassa imposta sulle senserie dei Veneziani, di lasciare di nuovo al bailo 1’ esercizio del gius civile e criminale sopra i suoi compatrioti, di non esigere più il dazio degli schiavi, di permettere l’esportazione dei vini de’Veneziani, di non aggravare gli Ebrei ecc. Com. XIV, 178. (4) Secr. XIX, 152.