112 Pavia ; quando entrasse nella lega anche il marchese di Monferrato, avrebbe questi in sua parte Alessandria colle adiacenze. Alla notizia della conclusa lega, Filippo mandò tosto a Venezia ambasciatore Franchino da Castiglione (1), dimostrando come di qitella lega tosse egli rimasto sommamente maravigliato, la Repubblica essere sempre stata buon’ amica de’ suoi antecessori, nè aver mai mancato a’ patti ; or invece la lega contratta coi Fiorentini esser contraria a quella già stretta con lui e che ancora durava ; male operare la Repubblica verso di lui che le era stato sempre e professavasi ancora suo devotissimo figlio, e che il proprio Stato, come se di lei fosse, considerava. Fugli risposto : vero essere che la Repubblica era stata sempre ai duchi di Milano affezionatissima, che per ciò appunto avea udito con massimo dispiacere delle discordie insorte tra lui e la comunità di Firenze, e s’ era con ogni impegno e per tutt’ i mezzi possibili adoperata a ristabilire la pace ; avea con singolare longanimità atteso che questa fosse maneggiata ora dal marchese d’ Este, ora da Nanni de Strozzi (amba-sciator fiorentino a Milano), finché vedendo riuscir vano ogni tentativo, avea proposto la propria mediazione ; di questa aver incaricato il proprio secretarlo a Milano, poi avere spedito apposita ambasciata, ma tutto invano ; infine il duca aver detto manderebbe i capitoli al Senato richiedendolo del suo parere ; il Senato aver detto il suo parere, ma ancora attendere la risposta. Nè collo stringere lega coi Fiorentini la Repubblica mancava a quella conclusa col (1) 21 genn. 1426 Secr. IX, p. 68. Quest’ ambasciata importantissima siccome quella cbe raccoglie tutte le i-agioni dell’una parto e dell’ altra, non trovasi neppure nel libro del sig. Berlan : II conta Carmagnola, fascicolo I, lavoro del resto attinto a quelle medesime fonti, da cui già prima della sua pubblicazione avea io raccolto i materiali alla presente storia.