i6g addobbi e 1’ uomo ivi cammina quasi in ben adornate sale, ove 1’ occhio del continuo si perde tra mille rare e singolari cose, come tra’lavori d’ ogni fatta delle arti utili e delle belle. Chi le ha le trae fuori, chi non le ha a grande studio le procaccia, e corregge con 1’ accorgimento e l’industria i torti della fortuna. Non si comprenderebbe s'i di leggieri come un fruttaiuolo, un calzolaio, un pizzicagnolo, poni caso, potessero ornare in modo i lor fondachi, da renderne vaga, e perfino maravigliosa la vista; pure il fruttaiuolo, il calzolaio e il pizzicagnolo ne conoscono I’ arte, hanno mille loro ingegni diversi. Tutta Venezia corse non ha guari a vedere un bellissimo gruppo, rappresentante, se non erro, il sa-grifizio di Abramo di mano d’ uno de’ nostri più celebri artefici; pure quel gruppo era in una sagra nella mostra d’ un pizzicagnolo, e quantunque degno per arte dei marmi di Carrara e di Paros, era invece scolpito sul molle e ignobile burro, e sfacevasi al fiato della folla che si accalcava a vederlo. E di sopra il cielo era ornato d’intarsio, e figurava non so quali disegni di ghirigori e ghirlande e rosoni; pur la materia non era che di vili prosciutti, o simile vittuaglia, mista a carta e all’ oro canterello, che dava bellissima vista. Altrove sorgeva magnifico un padiglione; neri e rossi e gialli n’erano gli stecconi