iiS (lolle lettere, nella quale non mettono altro in commercio che il capitale in contante; che comperano e pagano quanto scrivono c pubblicano, ed hanno rinomanza e onori accademici per la virtù del cuoco e dei secretarii. Questa famiglia non va confusa altrimenti con quella de’Mecenati, che largheggiano e spendono per metter in luce la virtù sfortunata. I letterati del proprio sono i Mecenati di sè medesimi, nè largheggiano o spendono per metter in luce altre virtù che le loro. Un’altra famiglia più ancor numerosa di questa è quella dei letterati pagnottisti. Questa famiglia fu prima scoperta dal cav. Rosmini di chiara memoria, e deriva il nome dal non pretto vocabolo di pagnotta. Sono in numero grande specialmente di là dei monti, ove come niente fosse oggi vi schiccherano un dramma e domani un’enciclopedia, un trattato di morale; o un romanzo, la censura e l’apologia del medesimo autore; ingegni universali e sublimi se mai ne furono al mondo, e che ove si paghino, s’impegneranno a dimostrare come due e due fan quattro con una dissertazione, che Cicerone non è mai al mondo vissuto. A canto di questa è da collocarsi la beata famiglia dei letterati zerbini o galanti, che una ■volta si conoscevano alla cravatta alla Byron, o