Ma l’anno doveva esser soggetto ad una nuova vicissitudine. La rivoluzione di Francia che sconvolse ogni ordine, ogni legge, volle assoggettare alla sua tirannia anche il calendario. La convenzione nazionale decretò che l’era dei Francesi dovesse aver principio dalla fondazione della repubblica, cioè il 22 settembre 1792; l’anno avesse a cominciare al mezzodì del giorno in cui succede l’equinozio di autunno per l’osservatorio di Parigi ; si dividesse in dodici mesi ciascuno di trenta giorni, dopo i quali fossero collocati que’cinque dì che mancavano a compiere l’anno ordinario, e che non dovevano appartenere ad alcun mese. Questi cinque giorni furono dapprima chiamati sanculottides: ridicola denominazione tolta dappoi da un decreto del mese di fruttidoro 1795 ed a cui fu sostituita quella di jours complémentaires. Ma il calendario rivoluzionario ebbe poca fortuna: è venuto in breve colui che ridusse le menti alle buone usanze antiche e quadrò certi bizzarri cervelli. Qui termina la storia e quanto avevamo a dire dell’anno, poiché ci prese questo ticchio di far da eruditi per incominciare con un certo sussiego la nuova Gazzetta, e perchè il principio d’ogni cosa debb’essere solenne. Non ci rimane ora se non che augurare il nuovo felicis-