1 '9 vali, Aimèl il confronto non è per nulla lusinghiero; ma Che giova nelle fata dar di cozzo? nella repubblica delle lettere, se non affatto stranieri, siamo almen riputati come i barbari del territorio. Del resto, quale sia la stima ch’eglino fac-cian di noi, e noi, o almeno io nel mio particolare, ne facciamo grandissima di loro, e certo non è savia o discreta persona, che non si debba ammirare della loro poco men che sovrumana vocazione. Imperciocché chi dice letterato dice un ente sui generis, che della vita degli uomini non altro ha in sè di comune che la luce, l’aria, il respiro: nel rimanente eglino sono sciolti da tutte qualitadi umane: una penna, un calamaio, ed un libro sono tutto il loro bisogno; un luogo nella posterità o nellaBiografiaUniver-sale il supremo lor desiderio; questo tien luogo per essi di ogni altra consolazione e diletto; per questo fanno voto di povertà per tutta la vita. Per questo rispetto eglino sono come a dire l’anello che lega insieme le intelligenze dell’aria co’miseri abitatori della terra; vivono in immondo lor proprio, e di questo ne sanno tanto, come noi ne sappiamo a un di presso di quel di Saturno. Un letterato vi dirà per esempio, quan-