, 69 poiché la eravate c’est Vhomme: per essa l’uomo s’appalesa, si nobilita, e si distingue dalla comune degli altri. Laonde, chi ben consideri, è cosa ornai dimostrata, che dalla cravatta si pub giudicar chi la porla: per conoscere un uomo basta solo git-tar l’occhio su quella parte del corpo che unisce il capo alle spalle. Così p. e. quella cravatta saldata, dura^ dritta, senza una piega al mondo, con un nodo piatto, quadrato, simmetrico come se fosse opera del compasso, è d’un uomo e-satto, contegnoso, egoista che vive del proprio. Quest’altra di mussolina senz’amido, nè apparecchio, a sghembo, con un cappio inesatto ... è un chiacchierone, un contastorie, un poeta. Certe cravatte giganti e madornali, che vo-lontieri si piglerebbero per un materasso .... Ma qui m’arresto per non ¡sfiorare in poche linee un soggetto degno d’ispirare un poema e-pico, e non si rida perchè la cosa è verissima. Una cravatta non vai forse una Secchia rapila? Nè sarei forse lontano dal farne una dissertazione, esaminandone la storia etimologica, medica, filosofica, morale, politica, galante e militare, considerandola rispetto alla moda dalla sua origine fino a’dì nostri. Vorrei pure parlare dei colli, della presunta loro antichità, dei