200 1’ Haller e dal Lallement, aggiungendo l’alternativa che la città fosse democratizzata interamente, ed allora la Repubblica avrebbe riunito ed ampliato lo Stato, o, se avesse voluto conservare il governo aristocratico, altro non le sarebbe rimasto che 1’ oltremare e un piccolo territorio di dieci leghe all’ intorno delle Lagune, nel quale si sarebbero potuti tutt’ al più includere Treviso e il Dolo, ov’ erano i palazzi dei Veneziani. Tentarono invano i deputati d’avere quest’ alternativa in iscritto e ottenere altri sei giorni d’armistizio, tanto da potersi recare rapidamente a Venezia e proporre la cosa al Maggior Consiglio, cui solo spettava decidere in materia di costituzione, mentre, ripetevano, non avrebbero potuto decidere in sì dilicato argomento senza oltrepassare i loro mandati. Rispose il Bonaparte, ci penserebbe. La nuova* conferenza venne ritardata parte a causa del Lallement, parte del ballo al quale il Bonaparte intervenne la sera del 10; finalmente il giovedì 11 il generale dichiarò apertamente ai deputati, che non avrebbe messo in iscritto la proposta alternativa, consigliando però la conservazione dell’ aristocrazia col piccolo territorio assegnato, al quale avrebbe aggiunto anche Rovigo, ed estendendo i confini a ponente fino a Strà, ad oriente fino a G-rado, a mezzogiorno al Ferrarese, affinchè libera la città e sgombro il territorio dai Francesi, potesse poi fare il Maggior Consiglio, se così gli fosse piaciuto, e senz’ombra di pressione esteriore, il cambiamento di governo desiderato. Non poterono neppur quel giorno mettersi d’accordo i deputati, e allo sciogliersi della conferenza, tennero il Bonaparte in impegno di firmare il trattato il dì seguente. Giunse intanto la lettera del Baraguey che annun-