246 E mentre così la Francia si preparava la sua preda, 1’ Austria più impaziente si era pigliata la propria. Negli articoli segreti dei preliminari di Leoben erasi bensì parlato della cessione della Dalmazia e dell’ Istria all’ Imperatore, ma la renitenza del direttorio a ratificare quei preliminari, la indecisione della corte di Vienna nell’ accettarli, aveano dato motivo a lunghe trattative, prossime più volte ad esser troncate, ed a scaturirne nuovamente la guerra. La condizione in cui si trovavano le due Provincie, favoriva i progetti dell’ Austria. La Municipalità avea fatto tutto il possibile per indurle a riconoscere il nuovo governo, a continuare nella loro unione con Venezia, ad eleggere i loro deputati alla Municipalità. A tale effetto, questa avea fatto manifesti in lingua italiana, greca ed illirica, avea mandato replicati dispacci al proveditore Querini in Dalmazia, raccomandandogli di guadagnarsi le truppe e di contenere la popolazione, e inviandogli altresì 50000 lire a conto dei sussidii soliti che il cessato governo soleva mandare a quella provincia: istessamente faceva in Istria, ove spediva a quei di Pira-no un’ anticiDazione di lire 15000 pel lavoro del sale, come era stato praticato in addietro, e prometteva far susseguire il resto. In virtù di tali maneggi e per la potenza delle idee, le esortazioni della Municipalità in Pirano, Parenzo e Montona e qualche altro luogo, conseguivano il loro effetto, ma non altrove, mentre formavansi anzi due partiti, 1’ uno che voleva un governo indipendente e di proprio genio, l’altro che, per le intelligenze introdottevi dall’ Austria, cercava appoggio in questa. Le parti si riscaldavano, ed erasi per venire alle mani, quando entravano le truppe austriache per assicurar, dicevano, i confini imperiali dal contagio della rivoluzione, e restituirvi 1’ ordine legale, come dichiarava nel suo bando a’ po-