264 sue mani il governo provisorio, questi avrebbe eletto il ministro alla Repubblica francese, il ministro al Congresso, i ministri alle Corti, per sostenere la nostra comune esistenza e i nostri comuni diritti. Se ciò potesse farsi anche in presente, siamo prontissimi a tutto questo, ma se ciò non può farsi, l’urgenza delle circostanze è imperiosa. » Mandate i vostri deputati a Milano, cooperate al ben comune a voi, a noi, a tutt’ i popoli liberi dell’Italia. Salute e fratellanza. » Nulla fruttarono si giuste ed urgenti esortazioni. Basse vendette, private ambizioni, fors’anco suggestioni francesi, concorrevano a respingere un accordo che a-vrebbe potuto probabilmente produrre la salvezza comune. Dava motivo a vive e lunghe discussioni la nomina del Battagia, finche, prevalendo ad ogni altra considerazione quello che il Bonaparte stesso avea desiderato, rimaneva eletto, e venivagli data la seguente credenziale : « Il governo provisorio della Repubblica di Venezia al cittadino Bonaparte generale in capite dell’armata d’Italia, 12 messidor (1) (30 giugno 1797). Il cittadino Francesco Battagia, nominato da questo governo provisorio ministro plenipotenziario presso li ministri plenipotenziarii della Repubblica francese, e quelli di S. M. I. R. A. esistenti a Mombello, adempirà nel rimettervi il presente foglio al prezioso dovere di rinnovarvi quei altissimi sensi di somma considerazione che la patria nostra conserverà in ogni circostanza per la vostra illustre persona. Nell’ asprissime circostanze, che da ogni lato c’ involgono, essendo egli incaricato di conciliare, sotto gli autore- (1) Comitato segreto.