35 e di Bergamo e a Verona, dalla quale città scriveva il Battagia il 22 marzo “ La freddezza di Brescia, che avrebbe reso inutile ogni vigorosa misura per conservarla, date le poche forze che erano in nostra mano, la mancanza di mezzi a questa parte per sostenere un conflitto, mi ha determinato, dopo 1’ arrivo della ducale di jeri sera, a spedire il mio circospetto segretario per mostrare con la voce le grandi difficoltà che si attraversano per servire alle pubbliche viste, e il dolore di vedere, con una difesa sproporzionata al bisogno, esposta a mille sciagure una benemerita popolazione. Ma da un momento all’ altro andò per guisa crescendo 1’ ardore di ogni ordine di persone e dentro e fuori della città, che sarebbe mancare al dovere di principe affettuoso, non secondarlo. In poche ore si sono disposte molte cose, e quanto le circostanze di Brescia mi fecero tremare, altrettanto l’ardore di questo paese mi edifica. L'eccellentissimo Senato può invaginarsi se io lo secondo di buon grado. Il mio dolore si è di non vedermi sostenuto da un numero di truppe regolari, maggiore di quello che esiste in questo presidio. Ma mi lusingo che Vostra Serenità voglia concorrere a quest’ opera colla pronta spedizione di tre mila fanti italiani se fosse possibile, facendo che i loro ufficiali se ne distacchino nel maggior numero possibile, ad oggetto di antecipare 1’ utilità della loro opera a questa parte. Ho intanto scritto la inserta lettera a questo comandante, e ne trassi prontamente la unita risposta che mi ha recato molto conforto ; domani poi con espresso corriere renderò conto delle cose di qua al generale Bonaparte. Dio volesse che arrestati i sollevati a questo punto, si poti) Proveditori Straord. in T. F. N. 3, manca nella Raccolta. Lettera importantissima per le condizioni di Verona, e per le accuse di connivenza coi Francesi date al Battagia.