3oo biarsi trentanove volte, e alcune centinaia le tende. Una sola decorazione, il tempio di Salomone, costò quindicimila talleri. In queste cose e-rano esattissimi. 11 nostro autore assicura, che si sarebbe trovata cosa goffa e misera, volendo, per esempio, rappresentare il ponte di Rialto di Venezia, il fabbricare un ponte ordinario qualunque. Se nelle grandi città v’erano siffatti teatri d’opera, e’si dovea avere anche un grande a-naore per simiglianli spettacoli; e nel vero nessun privato impresario avrebbe rizzato tali edifi-zii, se non fosse stato sicuro che il concorso l’avrebbe compensato delle spese. E questo si deduce anche da altre circostanze. V’avevano coreografi, compositori di musica, e poeti impiegati soltanto nelle opere. Fra quest’ultimi ci aveva in Amburgo un dottore Posteli; per Brunswick scriveva un tale Bressaud. Dopo la morte di Posteli, venne in onore ad Amburgo il nostro autore Bartolommeo Feind. Le sue poesie tedesche (Stade, 1708), contengono cinque grandi opere, ognuna in tre o più atti, e la cui tempera, benché alquanto meccanica, è pure più conforme al gusto presente che alle operette che usavansi cinquanta o sessanta anni fa. VJè affatto esclusa la prosa. Tutte le arie, i duetti, i terzetti, tutte le scene di concerto sono insieme legati dal recitativoy il quale in un’opera, sono parole del