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state da parecchie dame, di rivolta degli Schiavoni, di vane opposizioni ai Francesi già vincitori d’Italia, vincitori dell’ Austria, ed era in sull’ albeggiare quando fu presa la deliberazione d’incaricare il Condulmer (1), che se i Francesi fossero per ispingere ostinatamente sempre più avanti le loro operazioni contro Venezia, egli potesse eoi loro comandaati convenire e persuaderli alla cessazione delle ostilità, promettendo che se entro un dato spazio di tempo non giungesse la risposta di Bonaparte, entrerebbero direttamente con essi in trattative ; se ciò poi non potesse ottenere, era autorizzato il Condulmer a concedere perfino ohe scorsi alcuni giorni, per poter calmare
il	popolo e imbarcare gli Schiavoni, si potesse effettuare pacificamente l’ingresso di truppe francesi nella città, E-ragli però raccomandato di procurare, che le truppe di occupazione fossero nel minor numero possibile, e di soli Francesi, fissando ogni opportuna disciplina perchè tutto avesse a procedere in buon ordine, e preservando nominatamente la religione, la libertà, l’indipendenza, come pure la zecca, il banco, l’arsenale, le armi, le munizioni,
i	navigli e gli archivi del pubblico, e le vite e proprietà de’ cittadini ; si escludesse per patto espresso ogni proce dura e persecuzione contro individui sotto qualunque pretesto per le loro pubbliche e private azioni politiche. Qualora poi incontrasse una ferma resistenza e assoluta negativa in alcuna delle dette condizioni, facesse di convenire col minor possibile deviamento da quelle, dovendo in ogni caso ricercare il tempo sufficiente per sottoporre il trattato alla ratificazione del Maggior Consiglio, potendo offrire anche il ritiro delle proprie forze, se ciò fosse indispensabile.
    Altri due articoli furono indi aggiunti, coll’ uno dei (!' Raccolta II, 6 maggio, pag. 249.