6 sempre più nelle limitrofe provinole di Bergamo e di Brescia ; l’occupazione militaré francese ancor più lo fomentava ; la debolezza del proprio governo raffrontata alla gloria delle armi francesi, la vita monotona, ristretta, comparata al movimento, all’ agitazione, alla libertà che dominavano nelle-nuove repubbliche, accendevano com’ era naturale le menti in ¿specialità della gioventù, ed era da attendere di giorno in giorno qualche pericolosa manifestazione. A tutti questi incitamenti si aggiungevano i fogli di Francia, che penetravano nascostamente nelle terre venete, e contenevano articoli che troppo bene chiarivano quali fossero le intenzioni di quel governo. Cosi scriveva il Monitore in data 9 ventoso (27 febbrajo) : « I Veneziani continuano ad armare occultamente, fanno leve che si assembreranno e si armeranno appena giunga l’opportunità. Il governo veneto spera nascondere ai Francesi la cognizione di tutti codesti apparecchi stante la poca comunicazione esistente tra Venezia e la terraferma, e si dà a credere che nulla sfugga alla diligenza degl’ inquisitori. Inutili precauzioni ! I Francesi hanno intelligenze ed amici da per tutto ; nella terraferma hanno assai più partigiani che non si crede. È noto che in ogni tempo i nobili e i ricchi possidenti hanno sopportato a malincuore la tirannide veneta e, se non si sono mai sollevati contro il governo, ciò avvenne perchè temettero i danni d ’ una rivoluzione di esito incerto perchè dipendente dai casi della guerra. Ora. questo pericolo più non esiste, ora tutta quella parte del dominio veneto posta di qua dall’Adige può manifestarsi sensa timore che i Veneziani si attentino a sottométterla di nuovo al despotismo aristocratico ; ora Bergamo, Brescia, Crema, Peschiera possono unirsi alla Repubblica lombarda, gli abitanti che a ciò inclinano sono in gran numero e dopo quanto hanno patito dalla presenza degli esercitinoli