313 riserva indicante non essere egli convinto delle cure che lui le affermava aver sempre prese la Repubblica all’ innocuità del soggiorno in Verona del detto soggetto, nè che fosse molto contento, o persuaso, che dimorasse ancora ne’ pubblici Stati. Aggiunse il nobile le proprie apprensioni in Parigi in quei momenti fattesi, che si fosse scoperta una nuova corrispondenza pretendendosi aver rilevata una nuova trama per rimettere un Re sul trono, e questo il conte di Lilla : che di lui siano state intercettate molte lettere scritte, e sottoscritte a varii deputati, ed anche al conte Carlotti, e quindi non essere meraviglia che venga posto in ombra quel Governo che permette che abbia ricetto ne’ suoi Stati, un nemico così terribile di quella Repubblica. Accompagnò anche un foglio che pareva (per quanto osserva) accordato da quel Governo, foglio anche subito dopo sospeso, in data 8 dicembre, nel quale si diceva dal gazzettiere, sembrar qualunque osservazione prematura rispetto alla Repubblica di Venezia, finché Verona sarà il luogo di residenza del Pretendente; finché Ella non prenderà 1’ attitudine imponente che gli conviene in faccia ai nemici della Francia, ed ai suoi, perchè l’indipendenza di Venezia dipende assolutamente dal successo della rivoluzione francese ; finché alla fine li suoi porti ed il suo commercio non saranno riun’ti d’interesse con quelli della Francia. Tutto questo credono gl’ InquisUori di Stato, non aver a ritardare alla conoscenza del Governo per lume di maturi suoi consigli, e delle pubbliche deliberazioni. Tratta dalla film : Comunicate del Consiglio dei X al Senato dal 1770 al 1797, ora nella Cam. II. degli Atti degl’Inquisitori di Stato. -Arch. generale. Vol. X. 40