41 Sino dal giorno precedente erasi veduto comparire innanzi una delle porte della città un corpo di cavalleria francese. Recatone tosto 1’ avviso al podestà Gio. Battista Contarmi (1), questi ordinò fossero osservati i soliti metodi, cioè di chiudere le barriere, alzare i ponti, assicurare le porte e porre sotto 1’ armi la guarnigione. Poscia fu inviato 1’ ufficiale di guardia insieme con due altri ufficiali ad abboccarsi col comandante francese Garuf per rilevarne le intenzioni. Riferì al suo ritorno 1’ ufficiale avere il Francese con mali modi accolti gli atti urbani e amichevoli, anzi avere asserito essere già rotta la neutralità dei Veneziani. Sorpreso di tali espressioni il Contarmi, desiderò conferire con lui personalmente, e 1’ ufficiale francese accondiscendendo, fu introdotto solo al palazzo. Alle pulitezze e alle rimostranze del Contarmi, che diceva essersi osservate rispetto a Crema soltanto le costumanze di metodo, e che stupiva a quelle parole di sciolta neutralità, scortesemente rispose : voler entrare ad ogni costo nella piazza colla sua truppa, che non darebbe però molestia alcuna avendo l’indomani a proseguire per Soncino. Al Contarini fu uopo pel minor male acconsentire all’ acquartieramento e alle relative somministrazioni di viveri e foraggi per quaranta uomini di cavalleria che seco aveva. Certi movimenti accennando ad una prossima burrasca, parecchi cittadini volevano persuadere il podestà a partire, ma egli rispondeva sè esser pronto a qualunque sagrifìzio, nè partirebbe se non richiamato dal suo governo, o cedendo a forza maggiore. Giungevano allora a proposito, ed erano divulgati i proclami del Batta-gia (2) e le ducali del Senato, che incoraggiando i sudditi (lì Raccolta II, 53, Lettera rappresentanti Verona. (2) 24 marzo Lett. Rappresentanti. Vol. X. 6