82 risposta ; al che 1’ altro s’ acquietò. Erasi quindi il Pesaro recato ad una particolar conferenza con Lallement cui domandò per reciprocanza che i Bresciaui facessero dal canto loro la restituzione di alcuni patrizii veneti prigionieri. Lallement invece tornò sulle solite recriminazioni : lagna-vasi dei cattivi trattamenti che i suoi connazionali ricevevano in Venezia, dichiarando che entro ventiquattr’ ore sarebbe partito se il governo non ci avesse posto riparo con rigorosissimo bando sul proposito : toccava di alcuni veneti bastimenti carichi di generi pei Francesi, che si erano lasciati prendere dai nemici quando questi aveano momentaneamente rioccupato Trieste: lanciava altresì qualche cenno d’un legno armato che avea avuto ordine da Bonaparte di entrare nel porto di Malamocco, tenendosi però alla foce e senza sbarcare gente a terra. Contro questa disposizione fece tosto Pesaro vive rimostranze ricordando al ministro i tanti decreti antichi e moderni della Repubblica che vietavano l’ingresso ad esteri legni armati ne’ suoi porti, e che se il motivo di siffatto ingresso era, come il ministro diceva, di collocarsi in luogo opportuno per ricevere sollecitamente gli ordini del suo comandante, ciò si poteva assai più opportunamente, stando alla Sacca di Ponte di Piave, la quale avea una più pronta comunicazione con Venezia, senza offendere i delicati riguardi della Repubblica. Parve Lallement arrendersi a queste ragioni, e promise comunicarle al comandante del naviglio per sua norma, e al generale Baraguey d’Hilliers che si teneva allora nel castello d’ Osopo, ed avea l’ordine di muovere con grossi corpi a tranquillare lo Stato Veneto, affinchè istruito delle incamminate pratiche si astenesse almeno pei momento da pronte, sulfuree risoluzioni. Il Senato in conseguenza di queste comunicazioni del Pesaro, pubblicò un nuovo bando ai sud-