263 diamo in copia, contro questa violazione dei suoi sacri diritti, dipendente dai più solenni trattati, sanzionati dal possesso di secoli e dal riconoscimento di tutte le nazioni. Per quest’ oggetto medesimo mandiamo un ministro plenipotenziario alla Repubblica francese, e un altro ministro plenipotenziario presso i ministri plenipotenziarii della detta Repubblica, e di S. M. l’imperatore e re al congresso di Mombello. Vi mandiamo anche una copia delle istruzioni che abbiamo loro date. Voi vedrete che trattiamo, non la causa della nostra città, ma quella della Repubblica, della nazione ; che noi vogliamo la morte, o la libertà democratica di tutta la nazione ; che noi pure desideriamo di poter unirci, non colla sola nostra città, ma con tutta la Repubblica e con tutt’ i suoi diritti a qualunque altro popolo libero dell’ Italia in una sola Repubblica democratica una ed indivisibile. » Ma, cittadini fratelli, non lasciate a noi soli questa rappresentazione, che provvisoriamente dobbiamo sostenere ; concorrete tutti per il ben comune negli stessi reclami, negli stessi oggetti. L’ Istria e la Dalmazia sono perdute per voi, e per noi. Queste provincie sarebbero restate unite alla nazione, la loro separazione è fatale, principalmente alla nostra Repubblica, ma generalmente a tutta l’Italia. Non abbandoniamo i grandi oggetti della ricupera e dell’ unione. Mandate anche voi deputati a Milano, a cooperare col nostro ministro plenipotenziario al grande oggetto. Voi vedete la ingenuità della nostra procedura, necessaria in questa situazione provisoria di cose. La ratifica del trattato che si attende dalla Repubblica francese toglierà ogni ostacolo alla vostra riunione. Se anche prima avesse potuto aver luogo un’ amministrazione centrale di tutta la nazione, questa avrebbe assunta la rappresentazione nazionale, avressimo deposto nelle