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quella parte della Terraferma veneziana compresa fra 1’ Oglio, il Po, il mar Adriatico e i suoi Stati ereditarli, nonché colla Dalmazia e l’Istria veneziana, compensando dall’ altro canto la Repubblica colla cessione, che le doveva esser fatta, delle tre legazioni di Romagna, Ferrara e Bologna (1).
I deputati Francesco Dona e Leonardo Giustinian mandati a Bonaparte il 17 in conseguenza della lettera del Junot (2), erano ancora in viaggio, quando altro annunzio dei Preliminari di pace conchiusi tra Francia ed Austria (3) veniva al Senato dall’ ambasciatore Grimani a Vienna, incerto ancora quanto ai compensi che sarebbero stati dati all’ imperatore (4) : « pace, egli scrive, che nessuno dei ministri esteri non solo, ma che in questa mattina istessa il Vice-cancelliere dell’ Impero non sapeva prevedere nè tanto sollecita, nè tanto onorevole ». Finalmente i deputati stessi scrivevano il 21 da S. Veit, che a Clagenfurt correva voce che vi fossero condizioni disponenti di parte dei veneti Stati. In pari tempo giungeva avviso dal Proveditore generale da mare con suo dispaccio da Corfù 7 aprile, che due fregate e due brich con bandiera francese esistenti quel giorno in quel porto sarebbero entrati in golfo. Tutto questo cresceva lo sgomento, e rendeva necessarii immediati provvedimenti, perlochè scrivevasi all’ almirante delle navi in golfo Leonardo Corner, e al Proveditor alle Lagune e ai Lidi raccomandando la più stretta vigilanza, e al caso anche autorizzando
(1) Neumann, Recueil des traités et conventions conclus par l’Autriche. Vienne, t. I, pag. 568, e Martens Recueil des traités, VI, 368 ec,
(2) Raccolta II, 125. ’
(3) Ibid. 174.
(4) Raccolta, pag. 162.
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