60 sua inscienza dei fatti, mentre assicurato il Senato dalle continue dichiarazioni del Direttorio esecutivo, del mi nitro francese residente in Venezia, e dello stesso generale Bonaparte, che nessuna ingerenza sarebbe presa dai Francesi nelle direzioni dei sudditi veneti (1), su quelli faceva assegnamento, e incaricava i suddetti rappresentanti di rianimare lo spirito delle popolazioni, di non lasciarsi intimorire da quei fogli e continuare nella ben incominciata impresa, anche se qualche Francese si trovasse indebitamente immischiato nelle operazioni dei ribelli. E alle lagnanze del generale Miollis, che fosse stato dai Salodiani combattuto un corpo di Polacchi attaccato alla sua nazione, rispondeva (2) : « I Salodiani non aver agito che contro (1', Lettera conforme del Proveditor Estraord. Giovanelli al generale Nogarola 9 aprile : « Perciò lorquando per avventura avvicinandosi li ribelli scoprisse ella che fossero con li medesimi unite truppe di altra nazione, farà sentire al loro comandante, che obbligato dal proprio ufficio ad appoggiare il voto spontaneo de’ sudditi, di preservarsi fedeli al legittimo suo sovrano ed a ripulsare i tentativi dei ribelli stessi, nou sarebbe che compromessa la lealtà di quei comandanti se avessero a prender parte a sostenerli, e contraria la lor divozione a tutt’ i riguardi e alle amiche proteste del Direttorio esecutivo, dello stesso generale in capite, che dichiararono che nessuna ingerenza nelle direzioni dei veneti sudditi si prenderà mai dalle armate sotto i suoi ordini, che perciò non potendo riguardare che come solo personale arbitrio di essi comandanti la parte che volessero prendere per sostenerli, non saranno che a loro carico e responsabilità le conseguenze che fossero per derivarne, non potendo ella senza mancare al proprio dovere astenersi dal respingere, come è comandato dal sovrano, qualunque attacco così dei ribelli che di ogni altra nazione che loro si congiungesse. » Lett. fiapp. di Verona. (2) Scriveva il Landrieux il 18 germ. (6 apr.ì ai comandanti Veneziani Maffei e Filiberi, dopo varie recriminazioni, d’aver dato ordine ili attaccare' e di dissipare tutti gli attruppamenti di qualunque partito si siano e di qualunque uniforme sieno rivestiti. « Noi non abbiamo la politica raffinata di Venezia, le nostre bajonette sono la sola nostra ragione, quando noi siamo insultati, ed io spero che quelli da cui ì paesani ricevono i loro ordini si pentiranno presto di averli fatti rivolgere contro di loro.... nessun partito armato non entrerà ne in Brescia, ne a Bergamo.... Io stabilisco un campo ed attaccherò in