80 d’ ora sospendere i reclutamenti (1) e le nuove leve che si facevano in Terraferma. A questa proposizione non poterono contenersi il suddetto Marcantonio Michiel e Daniele Eenier dicendo che annientar le difese senz’ attendere i risultati della missione e Bonaparte era un assassinare la patria, scemare l’affetto dei sudditi e sagrificarli. Girolamo Giusti nian alzandosi gridò che sull’ esempio di quanto avea fatto il famoso doge Leonardo Loredan nel pericolo della patria per la lega di Gambrai, porgeva egli primo l’esempio col mandare all’ esercito due suoi figli, seguissero gli altri, armassersi a difesa della patria, della religione, della proprietà, e tanto imposero queste parole, che i Savii si videro costretti a ritirare la loro proposta e surrogare altro decreto, che fu approvato, col quale si autorizzavano i varii rettori della Terraferma di reclutare unicamente fino all’ intero completamento quei corpi che esistevano ne' loro territorii (2). Balland, comandante in Verona, davane tosto avviso a Bonaparte scrivendogli : «I Veneziani fanno da per tutto una leva sforzata.... Da Castelnuovo fin qui tutte le strade sono piene di truppe veneziane e di paesani armati, ve ne sono più di cinque mila (3). » Cosi veniva offerto nuovo fomite allo sdegno di Bonaparte, e poco buona accoglienza preparavasi agl’ inviati veneziani. Era appena partito il Junot da Venezia, che Pesaro riferiva al Collegio (4) : Il Junot prima di partire essersi improvvisamente recato alla sua casa dicendogli con brevi ma asprissimo parole che aveva aperta la lettera diretta al suo generale, che dal suo contesto avea rilevato non tendere il governo veneto che a (1) Memoria sugli ultimi otto anni, 267. (2) Ibid. (3) Sua lettera 17 apr. Darù XI, 305. (4) Delib. Sen. T. F. mil. Manca nella Raccolta cronologica.