252 sima non bramata, la fa ripigliare i propri diritti, la determina a prendere quel partito che crederà più opportuno, e perciò desidera che i popoli veneti, ora resi liberi, non vogliano frammischiarsi nei di lei interessi e relazioni politiche, e dichiara che in ogni caso 1’ antico valore nei dalmati petti non è ancora estinto ». All’ amministrazione politica della provincia fu dal governo austriaco mandato il co. Raimondo dalla Torre ; il Querini si trasferì a Vienna, ove fu onorevolmente accolto ed accarezzato. Ma l’atto dell’invasione austriaca fu gravemente sentito, come meritava, dalla Municipalità di Venezia, la quale mandava a tutte le corti la protesta seguente : « Mentre il Governo Provvisorio di Venezia, fedele ai sacri doveri che, nell’ intraprendere la confidatagli amministrazione, ha giurati in faccia all’ Europa, rende comune ai popoli tutti che fanno parte integrale della Veneta nazione, i dolci effetti di quella rigenerazione politica, che uno spontaneo voto di chi sosteneva 1’ antico Governo ha solennemente pronunziato, e fu già comunicato ai ministri delle potenze amiche residenti in Venezia ; mentre a questo solo oggetto rivolte le cure sue, ed i pensieri, viver doveva tranquillo che la sua moderata condotta, le mire sue di coltivare la buona amicizia e vigilanza coi Limitrofi, avesse a confermar li medesimi in quei sentimenti di franca corrispondenza, che da epoca rimota, ed a fronte di aspre vicissitudini ha così felicemente resa costante 1’ armonia tra le rispettive nazioni ; fu ben vivo il suo dolore, e somma la sorpresa, nel conoscere che le Provincie dell’ Istria e della Dalmazia sieno state repentinamente invase, ed occupate dalle armi Austriache in tempo che spoglie di truppe, e tranquille riposando all’ ombra della buona fede, e dei trattati, stavano assai