‘24 lenza d’estranee fazioni ; badassero però, avvertiva, di darne precedente avviso ai comandanti francesi, per assicurarli che quelle disposizioni a null’altro miravano, se non a tutela della pubblica quiete (1). Erano appena partiti i due deputati a Bonaparte, che raggiungevali un urgentissimo dispaccio del Senato in data 20 marzo spedito per espresso in qualunque luogo si trovassero, il quale informavali che anche Brescia erasi ribellata (2). Già da più giorni notavasi un sordo agitamento in quella città, e alcuni indizii di prossima rivoluzione si andavano comunicando dall’ Ottolini di Bergamo al proveditore Battagia, il quale vedendo però il pericolo di far arrestare improvvisamente, come sarebbe stato necessario, lascerò di coltivare ogni via, perchè sotto gli occhi miei non accada una vicenda che 1’ altrui esempio può render agevole. Ma, principe serenissimo, corrono voci comuni per 1’ abbandono sofferto, per gli svaleggi e rovine arrivate, per la deficienza dei mezzi, per le imposte denominate ingiuste a cui si vedono esposti, in una parola tal è la voce universale per la desolazione da cui son minacciati. Non ho rimorso di non aver rassegnato queste terribili circostanze a V. Ser., come dal canto mio non ho risparmiato fatica costante per temperare i mali, e dissuadere gli uomini da sentimenti cosi dolorosi, esponendo le mie poche sostanze e la mia responsabilità per attenuarli. Dio mi ha assistito, e posso dirlo francamente, ritraggo ogni testimonianza di riconoscenza. Ma viepiù dilatandosi il veleno, dover di cittadino mi obbliga a rappresentare al Senato la mia dolorosa situazione a garanzia di quella crudele responsabilità che non può andar disgiunta da chi si trova al governo delle città, e' di una città estremamente vasta, posso dire, senza presidio, e senza figure degne di fede, coll’ impossibilità di tener dietro a quelle terribili disposizioni che portano alla catastrofe, e con cinquecento scolari la maggior parte affetti alle fatali massime, e molti de’ quali figli di quelle provincie che manifestarono la loro perfìdia. » (1) Senato mil. T. F. N. 13, 22 marzo. Or vedasi se v’è traccia dei macchinamenti e delle nere trame che eccitarono tanto il furore di Bonaparte. Tutte le mie ricerche scrupolosissime condussero invece alla certezza morale del contrario. (2) Relazione da Verona 28 marzo, probabilmente del Battagia. Raccolta cron. II, 24.