9 256 e videro che l’imperatore avrebbe avuto una potenza marittima ; conobbero la facilità del commercio di esportazione che si apriva colla confinante ferocissima Ungheria, 1’ opportunità di avere eccellenti soldati e marinai da quel popolo bellicoso e marinaresco, e finalmente la preponderanza decisa che la casa imperiale, alleata dalla Russia, avrebbe acquistato nell’ Arcipelago e nel mar nero, sulla Porta Ottomana che, forse in breve spazio di tempo, sarebbe stata espulsa da tutta 1’ Europa. Dal che avvenne, che sebbene le offerte Provincie non formassero che un quarto della popolazione ceduta pel trattato di Leoben, i ministri imperiali aveano computato essere uguali anzi maggiori i vantaggi che dallo scambio sarebbero loro a derivare, purché vi fosse aggiunta o tutta o in parte la provincia del Friuli. Dei quali maneggi il Mengotti erasi accertato per le sue osservazioni, e convalidate anche dal contegno del Bonaparte che non avea mai voluto permettere un Comitato centrale nelle provincie dell’ ex Stato Veneto, benché tanto sollecitato, e nel cercare città e popoli da unire alla Cisalpina fa suoi disegni sull’ Emilia, non accenna per anco nè a Mantova nè ad altre città venete, ed ordina in queste un governo militare, quasi a dimostrare agl’ Imperiali che può disporre a suo talento. « 0 si effettui, continuava il Mengotti, il trattato di Leoben, o il maneggiato concambio, la nostra condizione è ad ogni modo infelice, e nel secondo caso forse peggio che nel primo ». Avuta appena notizia dell’ invasione austriaca nell’ Istria, aveala tosto comunicata al Bonaparte, eccitandolo a spiegarsi se ciò avvenisse di sua intelligenza ; al che egli avea risposto con parole ambigue che bisognerebbe vedere ecc., le quali parole aveanlo confermato nel suo sospetto ; e, ridotta Venezia ad una meschina Repubblica, opinava meglio per lei unirsi alla Cisal-