63 che il Battagia non avrebbe osato di pubblicare senza ordine e facoltà da parte del suo governo (e nè dell’ uno nè dell’ altra trovasi traccia nel copiosissimo carteggio), che è formalmente contraddetto da quanto siamo venuti finora sponendo sul contegno della Repubblica in mezzo a’ gravi avvenimenti, che infine è in assoluta opposizione colla verità ove accenna all’ intenzione del governo di approfittare degl’ imbarazzi dei Francesi nel Tirolo per dar loro addosso e distruggerli (1). E veramente il Senato avea a quel tempo destramente respinto ogni proposizione d’accordo cogli Austriaci a danno di quelli. Trovavasi ambasciatore a Vienna Grio. Pietro G-rimani. Dando un giorno informazione degli avvenimenti di Bergamo, Brescia e Crema al ministro Thugut, questi, all’ udire come la Repubblica se n’ era fiduciosamente lagnata a Parigi, rispose sorridendo (2) : « Ella vedrà che il Direttorio darà buone risposte, disapproverà ritu : « È presente di già alla sua sapienza (del Senato) la lettera scritta al generale Landrieux, dalla quale pare accusarsi 1’ ecc. Prov. straord. Battagia di disposizioni invitanti i sudditi ad attaccare i Francesi. Queste supposte misure, architettate dalla più fina malizia, giunsero persino a questa parte e simulandosi dai Francesi il più vivo timore di sorpresa spinsero la finzione a segno che nella scorsa notte ritiratosi il generale Balland nel castello s. Felice ecc. ecc. » Ora come potè asserire il Darù che la carta venisse smentita dal Senato solo tre settimane dopo, se ne leggiamo, oltre alla suddetta lettera del Giovanelli, parecchie proteste fin dall’8 e la carta stessa fu pubblicata a Milano solo il 5 nel Termometro politico? Scriveva il 7 aprile il colonnello Carrara da Peschiera al Giovanelli : «In questo momento vengo a scoprire un’insidiosa trama che mette in compromesso li pubblici eminenti riguardi di governo e ch’io assoggetto alla sapientissima considerazione di V, E. ...» Cod. MCXLI cl. VII, it. alla Marciana. (1) Difatti fu scoperta opera di certo Salvadori, fanatico novatore di Milano. Botta Storici d’ Italia L. X. Lo stesso Alvise Que-rini residente veneto a Torino scriveva 1’ 11 aprile, che anche il generale Clarke (maneggiatore della pace coll’ Austria) ed il Jacob convenivano nel riconoscere il manifesto come opera dei male intenzionati Milanesi. Carte Inquisitori. (?) Disp. 10 aprile Raccolta, pag. 99 e Carte Inquisitori.