203 clusione, ornai tanto dilazionata, quella stessa sera, affinchè potesse immediatamente partire. E perchè, domandò il Bonaparte, tanta impazienzaì Perchè, rispose il Mocenigo, quando ai tre ministri plenipotenziarii non era risparmiata l’ingiuria neppure nella casa di lui, essi non potevano espor-visi più oltre, qualunque pur fussero le funeste condizioni nelle quali aveano a trattare. Il Bonaparte, mostrandosi sorpreso e dispiacente dell’ accaduto, com’ ei, diceva, per sua inavvertenza, riconfortò il Mocenigo, ma differì la faccenda del trattato al domani. Il domani invece partiva per Mombello, dicendo tornerebbe per certo la sera, ma non tornò, e la seguente mattina andò quindi il Giustinian a raggiungerlo colà. Fu ben accolto, trattenuto a colazione, e fatti venire anche gli altri due deputati fu finalmente la sera, tra i rinfreschi e le cerimonie, sottoscritto il trattato. Insistendo ancora il Donà sull’ argomento degl’ Inquisitori, Bonaparte gli disse finalmente : Ma siete voi Inquisitore, foste tale, volevate essere ? Poi strìngendogli la mano : Voi siete pur alquanto aristocratico ; Giustinian e Mocenigo non tanto. Eppure aveste gran ripulsa per varii anni dal vostro Senato, che ora a voi ricorre per darvi il presente incarico. Alla loro partenza furono i deputati accompagnati dal Bonaparte fino alla carrozza, e accommiatati protestando della sua dispiacenza che le seguite emergenze avessero tanto amareggiato la trattazione, ma sperava che per la conclusione avvenuta risorgendo la ricchezza e la forza della Repubblica, ogni malumore sarebbesi dileguato. Interrogato da chi dovesse venire la ratificazicne cessato il Maggior Consiglio, rispóse che qualche magistrato sarebbe pure stato ad esso sostituito, il quale potrebbe ratificare, delegando a tre de’ suoi membri l’approvazione degli articoli segreti.