202 blica; obbligavasi la Francia a farsi mediatrice della pace con Algeri recentemente interrotta per uno de’ soliti fatti di pirati ; stipulavasi infine la cessione offerta del Ferrarese e della Romagna, promettendo del resto il Bo-naparte la propria opera per la riunione delle altre Provincie, senza però impegnarvisi, non avendo su di esse alcun diritto. Il trattato doveva trovarsi alla sera posto in netto per essere sottoscritto, quando arrivato' da Parigi il Clarke colla notifica dei preliminari di Leoben da parte del Direttorio, mentre Bonaparte trovavasi a mensa, tosto si levò e spese tutta la sera a scrivere. Uscito di stanza alle 10, disse ai deputati essere allora impossibile ultimare la faccenda, e solo diede loro una carta da mandarsi al doge per valersene al bisogno, nella quale dichiarava la Francia proteggerebbe la città e gli abitanti, e si mostrerebbe nemica a chiunque avesse osato sturbarli, massimamente agli Schiavoni, contro a’ quali, se non obbedissero al governo, manderebbe i suoi soldati ad impadronirsi del loro paese e degli averi. La mattina finalmente del lunedì 15 maggio il Mocenigo attendeva col trattato copiato il Bonaparte per la sottoscrizione, la quale fu differita di nuovo alla sera, ed in questa, con sommo disgusto, vide dispensarsi alla numerosa brigata che empiva la sala del generale, oltre a cento esemplari d’ un foglio intitolato : Assassinai du capitarne Laugier par ordre dea Inquisiteurs du Sénat de Veiiise, che divenne naturalmente il soggetto della conversazione. Giuseppina si mostrò sorpresa di vedere colà il Mocenigo : disse che credeva fosse partito e firmato il trattato fino dalla mattina ; che se avesse potute supporre la sua presenza, avrebbe impedito l’accaduto. Uscito finalmente il Bonaparte verso la mezzanotte, il Mocenigo gli disse che lo pregava fino per pietà volesse venire alla con-