184 in uno stato di permanenza. Alvise Pisani, presentatosi col suo ledei segretario l’abate Signorotti che 1’ aveva accompagnato in tutte le sue ambasciate, domandava ed otteneva una credenziale per Milano, ove diceva di voler recarsi per informare di tutto il successo Bonaparte (1). Un da mò intimava al Morosini di tosto partire con gli Schiavoni, o, se impedito dal tempo, ad ogni modo non li lasciasse più scendere a terra (2). Il domani furono pubblicati tre bandi : per 1’ uno mi-nacciavasi di fucilazione chiunque fosse trovato con furto o con armi, per 1’ altro invitavansi tutti quelli che avessero oggetti derubati nel dì precedente a riportarli alla Procuratia ; pel terzo, voluto a forza dal Villetard, miravasi a dichiarare l’innocenza dello Spada e del Zorzi, facendoli anzi comparire benemeriti della patria. Questi bandi recavano ancora lo stemma di s. Marco, e cominciavano colle solite parole II Serenìssimo Principe, ed il popolo coll’ antica obbedienza affrettavasi, con ispettacolo veramente maraviglioso e commovente, a riportare a gara gli oggetti il dì innanzi saccheggiati, lasciandoli in deposito al deputato o ai Parrochi delle contrade. Ma la illusione di trovarsi ancora sotto l’antico e ben amato governo dovea presto svanire ; col giorno 25 flore'al, ossia 14 maggio, scadeva l’armistizio concesso da Bonaparte, e le truppe francesi dovevano o entrare di buon grado in Venezia, o sforzarne l’ingresso. Insisteva il Villetard, che sul momento fosse dato ordine al comandante dell’ isola di s. Secondo di recarsi a Mestre, e consegnare a Bara-gu:y il comando di quell’ isola e di tutte le artiglierie che vi si trovavano ; che se gli Schiavoni pel mal tempo (1) Memoria di quanto è successo dopo l’ ingresso delle truppe austriache e. francesi nello Stato Veneto, 8 Delib. Doqe e Signoria. (2) Delib. Doge e Signoria.