286 Proseguendo il Dandolo, ricorda al popolo che, determinata che abbia la propria volontà, dovrà sentirsi forte per sostenerla, pronto egli ad offerire pel primo in olocausto alla sua patria le sostanze e la vita: se diversamente si decidesse, non avrà rimorso la sua coscienza, cui niente potrà rimproverare, dopo aver proposto la deliberazione più conveniente all’ uomo e più degna della sua grandezza. Invitò quindi la Municipalità a convocare, per le sette ore pomeridiane, tutti gli abitanti del comune dalli anni sedici in poi, nelle rispettive parrocchie, per determinarsi ad una di queste due proposizioni : I. Se il popolo di Venezia voglia attendere, nell’oscurità e nel silenzio, il destino che lo minaccia ? II. Se giurar voglia di sostenere la libertà della sua patria, de’ suoi figli, e della sua posterità ? E partecipata sia questa deliberazione al Congresso Nazionale di Milano acciò, volendo, possa essere imitata dai rispettivi dipartimenti. Disceso fra gli applausi ed i viva, lo segue il cittadino Giuliani. Considera questi che, allorché un popolo vuol esser libero, non v’ è potenza sulla terra che vaglia ad incatenarlo. Annunziò fin dall’ altro jeri che, qualunque fossero i destini degli altri paesi, qui i tiranni non regneranno giammai ; basta che lo si voglia, e lo si voglia davvero. « E una calunnia de’ nostri nemici, che nella pace, che dicesi segnata coll’ Austria, possa esservi 1’ orribile condizione di Venezia venduta. Mai non si vendono i popoli ; lo dice la Costituzione francese. Il governo di Francia non si frammischia ne’ governi altrui, ma sorride a coloro che vogliono libertà, nè la Francia ha mai venduto chicchessia. Cittadini! uno de' direttori, alla cui probità ed energia dobbiamo la salvezza della Francia, annunziò al ministro della Cisalpina che, quando i popoli vo-