89 Mentre dunque tutte codeste cose grandemente conturbavano il Senato, le truppe francesi continuavano a disarmare gli abitanti tutti delle vali e del territorio bresciano ; occupavano nel Friuli il castello di Osopo (1), il generale Mayoux intimava per ordine di Bonaparte che entro ven-tiquattr’ ore fossero espulsi da Legnago tutt’ i Veneti della capitale che non formassero parte del governo e della truppa veneta di quella tortezza (2). Rispondeva il Proveditore Bertucci Pizzamano : « avrebbe sostenuto gli esperimenti tutti che una forza estranea costringesselo a sofferire, ma avrebbe dato saggi sufficienti che un cittadino fedele giammai dimentica gli obblighi proprii verso la patria. » A tanta fermezza calmavasi il Francese, e si limitava a domandare la nota dei forestieri che nella fortezza capitassero. Nello stesso tempo scriveva il Proveditore straordinario Giovanelli ed il capitano vice-podestà di Verona Alvise Contarmi il 14 aprile (3) : « Deposto dai comandanti francesi oltre Mincio qualunque riguardo, spiegano ormai con troppo chiari sensi le intenzioni loro ostili, e con una condotta quanto strana ed arbitraria, altrettanto lesiva ai diritti di Vostra Serenità e di VV. EE., apertamente agiscono a danno dei sudditi. » Accompagnavano altresì una lettera del generale Lahoz, che dichiarava rotta la neutralità ; informavano di aver dovuto mandare un rinforzo al Maffei, pronto a recarsi a sostenere i villici che a Castelnovo custodivano il passo di Peschiera, e a guardare colle genti di Val Pantena il cammino che da Montebello conduce a Porta Vescovo, avendo motivo di temere che truppe Cispadane e Lombarde partite (1) Delib. Senato Terraferma 15 aprile. (2) Ibid. 15 aprile. (8) Raccolta II, 119. Vol. X. 12