143 fosse possibile alla patria ; assicurassero nuovamente il generale che nessuna cura s’era intralasciata in ogni tempo dal Governo per punire gli assassinii commessi nella Terraferma, nè aver notizia di alcuno che come si vociferava malignamente succeduto fosse in Venezia stessa ; punire ora quelli accaduti nella Terraferma essere impossibile cosa dacché questa era ornai sottratta presso che tutta alla veneta dipendenza ; riferissero come il disarmamento delle popolazioni fosse già seguito, e che quanto alla condotta che vorrebbesi che il Governo avesse a tenere verso l’Inghilterra (1), 1’ allontanarsi in questo momento dalle massime di neutralità sempre professate, sarebbe pericolo, sarebbe grave offesa recata a tutt’ i più essenziali riguardi ed interessi della nazione. Chiudeva la lettera sollecitando i deputati a far presente a Bonaparte corno appunto allora erano pervenute notizie dal rappresentante di Capodistria e dal proveditore alle Lagune e ai Lidi circa alle continuate ostili intenzioni dei comandanti francesi che sempre più si adoperavano a stringere Venezia da ogni parte, onde impetrassero prontamente ordini strettissimi che ogni ulteriore operazione contro la dominante dovesse essere sospesa (2). Ma nello stesso giorno invece partitisi i deputati dalla conferenza di Palma (3), Bonaparte pubblicava il seguente manifesto di guerra : (1) Cioè di porre il sequestro sui fondi degl’ Inglesi a Venezia. (2) Racc., 222 e filza Delib. M. 0. dal 1.° a 12 Maggio. (3) Racc., pag. 223.