39 un cannone che avea lo stemma imperiale (1), e gridando anch’ essi : Viva la libertà. Il generale a cavallo percorreva il paese chiamando il popolo a sollevarsi, ma nessuno rispondeva ; cercò egli allora di istituire una municipalità composta d’individui già designati da Brescia, molti de’ quali però non si lasciarono trovare. Compilarono quindi i rivo-luzionarii un inventario di tutt’ i pubblici effetti, dei dazii e d’ ogni altra pubblica cassa ; cupo silenzio regnava nella città. Ricevuta appena questa notizia, il Battagia scriveva insieme col Contarmi a Venezia (2), chiedendo premurosamente un comandante atto a ben dirigere le mosse militari, e sufficienti munizioni, per poter reprimere colla forza l’insurrezione ; notava come sempre più crescevano i sospetti d’intelligenza e di cooperazione da parte dei Francesi, come per tener contento il popolo avea fatto ribassare i prezzi della farina gialla, e conchiudeva dicendo, che opportuni sussidii d’armi e di truppe potrebbero tuttavia operare di grandi cose anche rispetto ai luoghi già ribellati. Laonde di nuovo imploravali, sebbene non ignorasse quanto fossero esorbitanti i presenti aggravii dell’ erario (3). E venendo in pari tempo proteste di fedeltà dalla (1) Dato dunque dai Francesi. (2) Disp. 25 marzo. Lettera Rappresentanti Verona. Manca nella Raccolta. (3) E in vero, avea fatto enormi prestanze, come a Bergamo centomila ducati, Sabbio di Salò avea chiesto diecisettemila lire per debiti che avea incontrati per la sussistenza degli eserciti, Salò ducati quattromila cinquecento da distribuirsi ai creditori più bisognosi ; altri luoghi aveano ottenuto condono d’ imposte ; Verona, consu-mate le centotrentamila lire già avute, nè riuscita a contrarre un prestito neppure all’ estero, domandava la cessione del dazio dei fornelli da seta che fruttava ducati sedicimila seicento ottantasette l’anno. Prov. straord. T. F. N. 3.