13 Giungeva la domenica 12 marzo ; Bergamo (1), già occupata e presidiata da’ Francesi, non conservava ornai fino dallo scorso decembre che un’ ombra della sovranità della Repubblica, lasciata ancora sussistere, solo per aumentarne colla improntitudine delle richieste-e col superbo comando, sempre più l’avvilimento. In quel dì per altro di buon’ora cominciò a manifestarsi nelle truppe francesi un insolito movimento ; divise in varii corpi giravano per la città, fermandosi tratto tratto sui capi strada per poi rimettersi tosto in via ; alle porte si erano raddoppiate le guardie, quattro cannoni si trascinavano dal castello alla piazza volgendone due verso il palazzo della città, due alla parte opposta, ed un altro alla porta di s. Alessandro contro il palazzo del veneziano rappresentante. Alle interrogazioni di questo per mezzo del capitano Corner, rispose il comandante francese provenire quegli apparecchi dalle straordinarie mosse delle truppe veneziane, dalle insolite pattuglie che da due notti giravano per la città, dalla riunione che quella stessa mattina dovea succedere dei bombardieri, intorno alla quale anzi chiedeva spiegazione. Rispose l’Ottolini, le pattuglie essere cosa solita, e solo di alquanto rinforzate per meglio impedire le ruberie e le notturne violenze, l’unione dei bombardieri senz’ armi essere a solo scopo di nominare le cariche a porte aperte, e vi potrebbe lo stesse comandante francese intervenire se così gli piacesse, conchiudendo che sperava dopo tali dichiarazioni vorrebbe ordinare il ritiro delle sue truppe, ridonare la quiete alla popolazione, e confidare pienamente nella lealtà della Repubblica, e di chi avea 1’ onore di rappresentarla. Ma siccome le addotte lagnanze del generale francese non era- (1) Informazione Ottolini 16 marzo agl’ Inquisitori. Raccolta cron. t. II, pag. 10.